Delitti di famiglia by Erin Kelly

autore:Erin Kelly [Kelly, Erin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2023-06-12T22:00:00+00:00

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L’ultima volta che sono stata qui, ho svoltato a destra per una sala degli interrogatori; questa volta l’agente che mi ha arrestato mi guida a sinistra verso la stanza di custodia, attraverso un lungo corridoio costellato di rettangoli: porte delle celle, reticoli di sbarre, poster sull’igiene e la sicurezza. Vernice istituzionale, il giallino malato che chiamano inspiegabilmente color limone e verde oliva scuro. C’è odore di urina nell’aria e fa freddo. Mi sembra di essere stata estirpata da agosto e depositata a gennaio.

Leslie Napoleon mi sta aspettando nella mia cella, come aveva fatto tanti anni fa nel commissariato di Hampstead.

«Eleanor». Ha una voce ricca e calda, plasmata da stanze con boiserie di legno e lustrata da cravatte vecchia scuola.

«I ragazzi sono qui?». Immagino Frank puntare il getto verso un water di metallo senza seduta e sbagliare mira. Non è un posto per vecchi, a prescindere da quanto si credano giovani.

«Stanno facendo esercizio». Leslie estrae dalla tasca una penna d’argento dall’aria costosa e toglie il cappuccio per scoprire un pennino all’antica, dopodiché scrive il mio nome, la data e l’ora nell’angolo del suo blocco per appunti da avvocato. L’inchiostro blu splende un secondo, poi viene assorbito dalla carta gialla. Per qualche ragione trovo il rituale incredibilmente rassicurante.

«Allora, che idea ti sei fatto?»

«La polizia ha qualche asso nella manica», dice. «Solo non so quale. Ma adesso dobbiamo parlare di te. Cosa devi dirmi?»

«Be’, ovviamente sono stata lì», rispondo. «Ho toccato il corpo e non l’ho denunciato alla polizia. Negarlo non ha senso. Ma mi hanno arrestato con l’accusa di favoreggiamento, e questo… non è giusto, Leslie. Vogliono far passare l’idea che abbia nascosto di nuovo lo scheletro per proteggere mio padre, ed è una stronzata. Sono stati i cacciatori di ossa. Stanno sprecando il loro tempo con me».

Leslie si china in avanti, i gomiti sulle ginocchia. «Sei stata coerente nell’accusare i cacciatori di tesori, il che andrà a tuo favore. Ma penso che il modo più semplice per chiudere questa storia sia dichiararti colpevole di intralcio all’indagine e chiedere un avviso di diffida. Ovviamente sapevi che avresti dovuto denunciare la presenza dei resti ma non stavi proteggendo di proposito un criminale, dato che credevi che gli altri fossero innocenti».

L’inquietudine mi ribolle dentro come acqua sporca. «Ma così facendo avrei un’altra diffida e poi…». Mi interrompo a metà frase. Per il momento Leslie ha chiuso un occhio su Billie. Probabilmente avrebbe il dovere di segnalare il problema. Se concludo il pensiero, lo metto nella condizione di doverlo fare per forza?

«Sei preoccupata per la ragazza?». Questo tatto, questa capacità di decifrare le espressioni del volto, è il motivo per cui i miei genitori lo pagano profumatamente.

Annuisco. «Se non sanno della sua esistenza, non me la possono portare via».

Lo vedo soppesare qualcosa sulla sua personale bilancia della giustizia. «Un’ammissione di colpevolezza ti precluderà dal dover dire in tribunale qualcosa che potrebbe compromettere la vostra situazione. Se la tua priorità è fare in modo che lei continui a restare stabilmente con te, meglio una diffida che una condanna.

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